
08 Giu IPERTENSIONE: COSA FARE?
Si parla di ipertensione quando i valori della pressione arteriosa sono superiori a quelli considerati normali.
Cos’è la pressione arteriosa?
La pressione arteriosa è la pressione del sangue esercitata dal cuore sulla parete delle arterie durante le fasi di attività cardiaca, rappresentate dalla contrazione del ventricolo sinistro (sistole) e dal suo rilassamento (diastole). In fase sistolica si rileva il valore massimo di pressione (pressione sistolica o massima), mentre in diastole il valore minimo (pressione diastolica o minima).
Come di definisce l’ipertensione arteriosa?
Quando la pressione arteriosa è alta, il cuore deve faticare di più per spingere il sangue in circolo e, a lungo andare, questo stato porta al danneggiamento dei vasi arteriosi, a cominciare dalle arteriole più piccole, soprattutto dei reni, degli occhi e del cervello. Questi vasi sono infatti sottoposti ad una maggiore usura a causa dell’elevata pressione.
Partendo dal presupposto che la pressione aumenta con l’età, subisce variazioni durante la giornata, durante uno sforzo o un’emozione, è importante comunque definire un limite tra “normale” e “patologico”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, al fine di uniformare i protocolli diagnostici e terapeutici, ha stabilito nel 1999 una classificazione dei livelli di pressione arteriosa, che la Società Europea dell’Ipertensione e la Società Europea di Cardiologia hanno recentemente ridefinito nelle nuove linee guida europee. La pressione sistolica e quella diastolica si definiscono quindi:
Normale 90-119 mmhg (sistolica) 60-79 mmhg (diastolica)
Pre-ipertensione 120-139 mmhg (sistolica) 80-89 mmhg (diastolica)
Ipertensione di 1° grado 140-159 mmhg (sistolica) 90-99 mmhg (diastolica)
Ipertensione di 2° grado ≥ 160 mmhg (sistolica) ≥ 100 mmhg (diastolica)
Ipertensione sistolica isolata ≥ 140 mmhg (sistolica) ≤ 90 mmhg (diastolica)
(Fonte Ministero della Salute)
Quali sono le cause dell’ipertensione arteriosa?
Solo nel 5% dei casi la causa dell’ipertensione è conosciuta (insufficienza renale cronica, feocromocitoma, stenosi dell’arteria renale, farmaci, sindrome di Conn etc.); si parla quindi di ipertensione secondaria, cioè legata a patologie note. In circa il 95%, invece, non si conosce la causa e per questo motivo viene chiamata primaria o essenziale. L’ipertensione essenzale colpisce più spesso individui di sesso maschile e di età media e donne in menopausa.
Conosciamo, però, alcuni fattori predisponenti, in grado di modificare la pressione arteriosa: fattori di tipo genetico, ambientale, legati all’esercizio fisico, alla dieta e allo stress.
Quali sono i disturbi più frequenti?
L’ipertensione è una patologia che spesso non dà alcun sintomo anche per anni. Non esistono disturbi specifici e molti ipertesi si sentono bene per lungo tempo. Quelli più frequentemente accusati sono: palpitazioni, vertigini, cefalea, nervosismo, stanchezza, ronzii, epistassi (sangue dal naso), disturbi che possono essere tuttavia riscontrati anche in assenza di pressione elevata.
Terapia farmacologica sì o no?
In linea di massima l’ipertensione arteriosa lieve viene trattata inizialmente senza farmaci. Il primo passo consiste, infatti, nel mettere in atto un corretto stile di vita: ridurre il consumo di sale, caffè o sostanze eccitanti (farmaci, stupefacenti), ridurre il peso corporeo negli obesi, moderare il consumo di vino, abolire fumo e superalcolici, fare una leggera attività fisica (passeggiate, nuoto, bicicletta) etc. Se con questi accorgimenti non si ottiene alcun risultato è necessaria una terapia di tipo farmacologico, valutata dal medico in base alle caratteristiche del paziente e al rischio cardiovascolare legato anche alla presenza di patologie concomitanti; generalmente si parte da una monoterapia per passare ad un trattamento combinato con più farmaci se il primo approccio dovesse fallire.
L’ipertensione essenziale può essere pertanto curata ma non guarita: la pressione infatti si abbassa finchè si assume il farmaco prescritto per tornare ai valori precedenti se si sospende il farmaco. Per questo motivo non bisogna mai interrompere o modificare la cura senza aver consultato il proprio medico curante
Quante volte al giorno si deve misurare la pressione?
All’inizio del trattamento antiipertensivo sarà necessario misurare la pressione più volte al giorno, annotando su un diario data ed ora della misurazione, i farmaci assunti, le situazioni particolari, i sintomi etc. In seguito sarà sufficiente 2 volte al giorno, la mattina subito dopo alzati e la sera prima di andare a dormire. Se in seguito alla cura i valori pressori risultano nella norma, sarà sufficiente misurare la pressione una volta a settimana.
Che cos’è l’ipertensione da “camice bianco”?
In alcuni pazienti la pressione arteriosa è persistentemente elevata in ambulatorio mentre non lo è in altre situazioni ambientali. Questa situazione è generalmente chiamata “ipertensione da camice bianco” (White coat hypertension), benché sia preferibile il termine di “ipertensione da ambulatorio” (Isolated Office Hypertension) poiché essa probabilmente dipende da vari fattori legati all’ambiente dell’ambulatorio e non solo alla misurazione diretta effettuata dal medico. (Fonte: Linee guida 2003 della Società Europea dell’Ipertensione e della Società Europea di Cardiologia per il trattamento dell’ipertensione arteriosa)
E lo stile di vita?
Alcune misure comportamentali possono influire positivamente sul controllo dell’ipertensione. Si consiglia pertanto una adeguata attività fisica (10.000 passi al giorno), il controllo del proprio peso per evitare l’obesità attraverso una dieta a basso contenuto di sale e di calorie, l’abolizione del fumo.
- Bisogna quindi modificare la propria alimentazione?
In linea generale possiamo riconoscere alcuni alimenti che sarebber meglio non consumare se si soffre di ipertensione e altri che invece sono ammessi:
ALIMENTI VIETATI
• alici sotto sale • baccalà • carne in scatola • cibi precotti • dado da brodo • formaggi (caciotta, brie,fontina, emmenthal, gorgonzola, grana, provolone) • maionese • mortadella • pancetta • salsiccia • wurstel • tonno in scatola |
ALIMENTI PERMESSI
• latte fresco e parzialmente scremato • yogurt alla frutta • riso e pasta • carne bianca e rossa (vitello e manzo magri) cotti alla griglia, al vapore o arrosto • pesce (sogliola, branzino, orata, rombo, trota, pese azzurro) • formaggi(mozzarella, ricotta di mucca, stracchino, caciottina fresca ed in genere quelli non sottoposti a lunga stagionatura) • grana con moderazione • uova fresche • prosciutto e bresaola con moderazione • verdura sia fresca che cotta • frutta sia fresca che cotta • olio extravergine di oliva • acqua minerale a basso contenuto di sodio |
- Che rapporto c’è tra sale e pressione arteriosa?
Noi mangiamo molto più sale del necessario. Una dieta ricca di sodio, elemento costituente del sale da cucina, può favorire la comparsa di ipertensione arteriosa. Non a caso nei Paesi dove si consuma più sodio la prevalenza dell’ipertensione arteriosa è più alta. Al contrario la riduzione di questo elemento al di sotto dei livelli raccomandati può contribuire a ridurre la pressione anche in maniera significativa o a ritardare l’insorgenza dell’ipertensione.
- E fra sostanze alcoliche e pressione arteriosa?
Bere un bicchiere di vino al giorno, in genere, non fa male alla salute. L’abuso di alcol, invece, come dimostrano molti studi epidemiologici, è associato ad un incremento della pressione arteriosa in entrambi i sessi e a prescindere dalle differenze razziali.
- Il fumo è un fattore di rischio di ipertensione?
Il fumo provoca una vasocostrizione delle arterie con conseguente rialzo dei valori di pressione e a lungo andare aumenta il rischio di patologia coronarica.
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